Alto Adige 19/10/2009 (ABD)

15.12.2009 01:36

Aeroporto: hangar bloccati
in attesa di fondi e concessioni

Dicono i dirigenti della società aeroportuale Abd e l’assessore ai trasporti Widmann: «Se con la vittoria del “sì” al referendum la Provincia non potrà più gestire l’aeroporto, abbandonando a se stesso fra l’altro impianti del valore di milioni, i voli non diminuiranno, ma triplicheranno, l’inquinamento non diminuirà, anzi triplicherà».

Ipotesi realistica o puro allarmismo? Per verificarlo non occorre andare molto lontano: basta volgere lo sguardo verso ovest, dove c’è il maneggio, a ridosso del quale si scorgono giganteschi pilastri di cemento e scheletri metallici.

Si tratta della nuova sede della sezione aerea della Guardia di Finanza che, appena arriverà l’ultima tranche dei finanziamenti (si spera entro l’anno), abbandonerà la modesta palazzina attuale a ridosso della Aerostazione dell’Abd. Il cantiere si stende per circa 200 metri e coprirebbe, a occhio, dai 3 ai 4 ettari; a occhio” perché sulle caratteristiche dell’impianto c’è riserbo assoluto: la Guardia di Finanza non si sbottona e “scarica” su altri enti. Sul tabellone del cantiere si legge: “Ministero Infrastrutture e trasporti - sede coord. di Trento - Lavori di ampliamento della sezione aerea della Guardia di Finanza - Spesa prevista Euro 3 milioni 60.220 euro”.

I lavori sono iniziati nel 2004 e attualmente sono fermi in attesa degli ultimi fondi. Lentezza di carattere tipicamente burocratico visto che sono coinvolti i Ministeri degli Interni, delle Finanze e delle Infrastrutture. Ma il gigantesco complesso ha già preso forma concreta: le impalcature racchiudono i grezzi di due grandi edifici in muratura prossimi alla pista per uffici, sale operative, impianti tecnologici, attrezzature ricreative, una palazzina con 6 alloggi per altrettante famiglie, mentre al centro del cantiere si ergono gli scheletri in metallo-cemento di due hangar di almeno 2.000 metri cubi, per accogliere sei elicotteri, contro i tre attuali, il che lascia presumere un raddoppio dell’attività. Una sessantina le persone da ospitare, fra impiegati e famigliari.

Fra pochi mesi dunque il quadro generale dell’aeroporto potrebbe essere il seguente: se il Comune dovesse sbloccare i lavori, ora fermi per la mancanza di una concessione edilizia municipale, sul lato nord: l’hangar della Fri-el (famiglia Gostner) di 2200 metri cubi per un jet di medie dimensioni, due jet cosiddetti “executive”, quattro aerei da turismo e un paio di alianti; a ovest operano già tre elicotteri medi Agusta AB 109, AB 412 e AB 206 dei Carabinieri (quelli di colore blu) e tre Agusta AB 205 (medi da trasporto o combattimento) dell’Ale Altair (esercito).

 

San Giacomo funge inoltre da scalo, come una sorta di avamposto per i rifornimenti ed esercitazioni anche degli alpini paracadutisti dell’ormai famoso reggimento “Monte Cervino”, i giganteschi elicotteri CH 47 Chinook da 35 posti (quelli a doppio rotore) nonché le formazioni dei neri “Mangusta” da combattimento; infine i mezzi della protezione civile e almeno 20 aerei fra privati e flotta Aero club che il referendum non potrà fermare e che avranno via libera senza limiti. Gli unici a restare a terra potrebbero essere quindi quei cittadini, altoatesini o “esterni” che devono volare per lavoro, prima ancora che per turismo.

 

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