L’aeroporto deve poter decollare: stessi voli ma con più passeggeri

26.03.2011 13:44

L’aeroporto deve poter decollare: stessi voli ma con più passeggeri
 

GIANCARLO ANSALONI
 

La vicenda è sintomatica: dalla sera alla mattina gli abitanti di Sinigo, appendice di Merano, si sono trovati giorni fa di fronte senza alcun preavviso, al megaprogetto di un impianto per il riciclaggio di rifiuti; più o meno contemporaneamente nella Bassa Atesina, zona rurale, l’assessore Widmann con seguito di tecnici concludeva un lungo “pellegrinaggio” tra i Comuni della Bassa Atesina, fino al minuscolo Cortina all’Adige, immersi fra floridi meleti, per illustrare al diffidente mondo rurale il “master” dell’aeroporto, progetto che ha come nodo “centrale” una striscia di terreno lunga 250 metri (diconsi 250) e larga 190 per riportare la pista alla lunghezza del 1999 e allontanarla dalla zona abitata. Da una parte dunque tre anni tondi di polemiche culminate con la cosiddetta “mediazione” con un esperto costato 500 mila euro, per una striscia di terreno insignificante sul piano ecologico, dall’altra neppure uno straccio di comunicazione per gli abitanti di una zona popolare urbana: questo tanto per ribadire quanto la campagna condizioni tuttora lo sviluppo delle aree urbane. Un assurdo dispendio di mezzi e di tempo, a costi crescenti, per fronteggiare paure scatenate da una campagna senza eguali quasi fosse in ballo una centrale nucleare; per fortuna ora attenuate, come dimostra il voto nella Svp della Bassa Atesina con 28 sì e 28 no al masterplan e il recente “sì” convinto della sezione cittadina “Neugries” del partito. Una lotta senza quartiere fino all’ultimo, culminata in una recente conferenza stampa,quella condotta di ecologisti più o meno “titolati” e frange del Bauernbund, in cui sono state rispolverate argomentazioni in parte ormai trite. Innanzitutto non regge la tesi secondo cui un via libera della Provincia all’ampliamento violerebbe un preteso accordo uscito dalla “mediazione”: la discussione infatti non approdò a un nulla di fatto, poiché Durnwalder di fronte al fuoco di sbarramento, per non rischiare 3 mila voti della Bassa Atesina (incombevano infatti le elezioni) troncò il dibattito senza alcun documento o protocollo. Al contrario, pur paradossalmente, il via libera della Provincia rispetterebbe il presunto impegno addirittura oltre il dovuto: il “master”, ormai largamente noto, prevede, infatti, spostando la pista verso sud, un ripristino “decurtato”,visto che la lunghezza scenderebbe dai 1426 metri dell’inaugurazione, a soli 1406 metri, forse per un eccesso di “riguardo” per i gruppuscoli di campanile, il cui scopo a un certo punto è parso più orientato a barattare il consenso con contropartite non da poco tra le quali la richiesta di un impianto tipo “acquafan”, strutture la cui gestione hanno già portato sull’orlo della bancarotta alcuni Comuni politicamente “forti” (oltre tutto anche poco distanti fra loro) nelle valli a nord di Bolzano, con deficit che, fatte le debite proporzioni, fanno impallidire il milione e 800 mila euro denunciato dall’Abd. A proposito di deficit, paradossalmente la Corte dei Conti dovrebbe chiedere giustificazioni non già all’Abd, proprio a quanti, politici o protezionisti che hanno ostacolato per tre anni il ripristino della pista e quindi l’incremento delle entrate: infatti come può sopravvivere un aeroporto se si comprimono a “ben” 124 i passeggeri giornalieri trasportabili (4 voli con 31 posti)? Che senso ha bloccare una striscia di 300 metri di terreno, che consentirebbero l’uso di aeromobili (giammai jet) fino a 86 posti (tipo il Dash 400 che fa la spola fra Vienna e Innsbruck) innalzando di colpo la capacità a circa 350 passeggeri soltanto coi voli per Roma, mentre ora, ogni giorno si lasciano a terra decine di potenziali clienti, specie col primo volo mattutino nonostante l’attuale esorbitante tariffa? Chi può dimostrare che ai bolzanini l’aereo non interessa, se col volo poi soppresso per Malpensa, i passeggeri balzarono a quasi a quota 80 mila? Chi può affermare che l’aereo serve solo a politici e funzionari quando il 98,3% dei biglietti sono pagati da privati, mentre quelli “pubblici” rappresentano ora appena l’ 1,3%. Per non parlare della invocata chiusura al traffico commerciale, di un impianto, che comunque non chiuderà mai, sostenuto per contro a gran voce dall’intero mondo dell’economia, da quello industriale, da quello accademico, da quanti insomma hanno capito che, si può perseguire un aumento delle entrate per la società, una sicura riduzione del deficit, tariffe più abbordabili, disponibilità di posti a basso costo, in vista oltre tutto, della parziale, ma temutissima chiusura nel 2012 della ferrovia del Brennero?


Alto Adige 26/03/2011

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Sicurezza delle operazioni

CTR | 05.04.2011

Mi sento in obbligo di riproporre il mio contributo, già inserito nel blog precedente, anche in questa sezione, in quanto di stretta attinenza; tutti gli obiettivi sopra enunciati "...aumento delle entrate per la società, una sicura riduzione del deficit, tariffe più abbordabili, disponibilità di posti a basso costo,...." e tutti gli sforzi messi in atto per raggiungerli hanno fino ad oggi pericolosamente trascurato un problema che sicuramente si presenterà e col quale bisognerà fare i conti: garantire la sicurezza delle operazioni aeree sull'aeroporto e nelle sue vicinanze.
Da esperto del settore vorrei evidenziare un possibile problema: siamo certi che tutte le compagnie potenziali utilizzatrici dell'aeroporto di Bolzano siano disposte ad operarvi con un servizio di assistenza al volo ancora ridotto al solo servizio AFIS (servizio di informazioni di aerodromo)?
La tendenza sempre più consolidata rivela che le compagnie aeree - almeno quelle serie e dotate di un accettabile programma di safety - richiedono l'istituzione di un servizio di controllo del traffico aereo sugli scali interessati dai propri voli. Ebbene, ricordo che l'aeroporto di Bolzano è tuttora un aeroporto non controllato, nonostante sia da quasi un decennio meta di voli commerciali (ciò in contrasto con le raccomandazioni dell'ICAO, l'organizzazione internazionale per l'aviazione civile).
La tanto auspicata concorrenza a livello di compèagnie aeree, difficilmente accetterebbe un servizio, come l'attuale AFIS, insufficiente a garantire un adeguato livello di sicurezza delle operazioni sullo scalo bolzanino.
Riassumendo: bene prolungare la pista e ammodernare la struttura, ma attenzione a non restare al palo con i servizi da offrire all'utenza, assistenza al volo in primis. Doveroso quindi che la politica locale si muova al più presto per esercitare le dovute pressioni su ENAV SpA (l'Ente Nazionale che fornisce i servizi di assistenza al volo sulla quasi totalità degli aeroporti civili italiani) al fine di istituire al più presto un servizio di controllo del traffico aereo sull'aeroporto di Bolzano, servizio già ora necessario, ma ancora più indispenasbile in vista delle future esigenze dello scalo.

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